Diagnosi
Paura. Ecco cos'è la mia. Paura. Paura di fare scelte, di iniziare dei percorsi, di imboccare una strada incerta. Ed è così paralizzante che quasi mi viene da piangere. Io che credevo di non aver paura di niente. E invece mi riscopro fragile e piena di dubbi. E chi non li ha (lo so) ma fino ad ora non me li ero mai concessi. E così nascondo me stessa dietro la scusa di una casa in restrutturazione, di embrioni sentimentali, di vacanze saltate, di distanze inesistenti, di una serenità sulla via della conquista. Non è nemmeno sicuro che la debba fare una scelta.Ma solo l'idea mi terrorizza ed è questo che mi frega. E poi quello che mi sono ripetuta in questi mesi. Questo campo non mi interessa e partire non vuol dire altro che continuare a specializzarsi in qualcosa da cui sarà sempre più difficile uscire. Ma allora come devo leggere questo evento? Come l'opportunità di spezzare la catena o devo coglierla come opportunità per andare lontano ora che partire non vuol più dire fuggire? Bella domanda. E chi può rispondere se non la sottoscritta?Come dicevo a un'amica in questo momento ho gettato brutalmente la cosa in un angolo della mia mente e ho chiuso la porta. Ma la cosa è troppo grossa e lo spazio troppo piccolo per dove l'ho rinchiusa, quindi tra un po' sentirò un bel casino di porta sfondata e la cosa tornerà fuori. Ma magari io sarò già uscita dalla stanza accanto!
Più che in un angolo della mente, gettala nella spazzatura, la "cosa" :)