Bilanci
Ne vedo tanti per lavoro, di quelli fatti con i numeri, che sembrano segnetti senza senso e che in realtà sono soldi. In teoria dovrebbero dirmi se il paziente sta bene o male, se ha preso un raffreddore o se scoppia di salute e in che direzione sta andando...Un lavoro da Patologo l'ha giustamente definito una persona che mi è stata pure un po' antipatica per una settimana, ma aveva ragione. La verità è che questi bilanci non mi sono mai piaciuti, è più forte di me, non riesco a guardarli con la dovuta attenzione. Poi penso ai miei bilanci, alle somme della mia vita. E anche lì non riesco ad analizzarli con gli strumenti che non ho. Mi definiscono un essere iper razionale e mi sento invece in balia delle mie emozioni e del mio istinto. Eppure lo nascondo agli altri. Probabilmente ho paura di dove potrebbe portarmi la mia natura o sono troppo codarda per accettare un fallimento. Ma dentro di me so che il fallimento non esiste. Che forse è peggio adattarsi a questa logica comune che gira per schemi prefatti e prefissati e dove ci incastriamo a perfezione se ci vogliamo ritagliare il nostro angolino uguale a quello di tutti gli altri. Eppure continuo a guardare sempre con maggiore curiosità e direi anche invidia le persone che non ci stanno. Che sono riuscite e riescono a fare quello che da' loro soddisfazione anche se per me ciò non rappresenta niente. Devo fare il mio bilancio. Ma non lo devo fare seguendo la logica degli altri. Voglio trovare la mia chiave di interpretazione e soprattutto "devo" smetterla con i "devo".