lule's

Da sorseggiare come un cocktail. Smaccatamente rosa, quando il rosa non è il mio colore. Pensieri in ordine sparso come cubetti di ghiaccio da agitare, e non mescolare, nel bicchiere.

Monday, July 03, 2006

Bello,

bello, bello. Un we a Parigi vissuto a ritmi inversi. Eravamo lì per ballare tango tutte le notti e così è stato. Quattro fanciulle che iniziano a prepararsi verso le 22.00. Letti di camere d'albergo che sono un tripudio di abitini scollati, gonnelline fruscianti, corpettini ma soprattutto di scarpette da ballo. Creme, trucchi, profumi, orecchini, ultimo consiglio e via, caffè nella hall (dove la prima sera ci hanno guardate un po' equivoci) prima di attraversare il Parco della Villette seguendo la musica, il nostro flauto magico.E poi arrivare lì. Entrare e vedere la sala gremita di coppie già in pista. Prendere posto. Cambiare le scarpe e mettersi quelle magiche. Da lì in avanti diventi preda e cacciatrice allo stesso tempo...ma tutto per un ballo. E poi quella pista. Il tremore al primo giro quando ancora non riesci a lasciarti andare. E poi un soffio fino alle 5 del mattino. Cercare un taxi. Finire a Pigalle a mangiare un kebab mentre le boulangerie iniziano a sfornare croissants. E' mattina, c'è luce ma arrivi in albergo, tiri le tende e ti addormenti in uno di quei sonni profondi e ristoratori. Sveglia all'una. Nuovo caffè. Parigi ci aspetta. E ci possiamo permettere di andare a zonzo. Non c'è bisogno di fare le turiste. Pranzo nelle Marais, in quella piazzetta dove quando vivevi lì ti piaceva andare a raccogliere le idee. Strano ma se Parigi la conosci un po', conosci anche tanti angolini fuori dal casino dei turisti. E poi via in un bagno di folla (ma solo perchè lo vuoi) verso l'ile St. Louis, Notre Dame, Odeon, St, Michel, e la punta dell'ile della Cité. Arrivi in albergo che sono già le 9. Non c'è molto tempo. Un po' di relax e poi di nuovo pronte a farsi belle. C'è anche un compleanno tra poche ore cui brindare. E lo facciamo nella sala da ballo, con le coppe di champagne e la voglia di ballare tutta notte. E la notte passa in un soffio. L'alba è nuovamente splendida e questa volta facciamo una colazione in albergo. Sole a chiacchierare e mangaire pains au chocolat come se si prendesse un té con le amiche una domenica pomeriggio di inverno. E poi dopo il sonno in giro per negozi. Prima ci concediamo il lusso di una colazione più seria alla Durée sugli champs Elisee...un po' da sciurette ma non ci sentiamo tali e con tutte le foto, risate, smorfie che facciamo non c'è problema... e poi sotto il sole estivo e dopo un po' di giri ci concediamo un centrifugato in un altro di quei posti fuori dal mondo. Da lì via verso l'hotel e l'aeroporto per un distacco lento e graduale. Un decollo alle 9.30 ancora con il sole rosso che non sembra voler tramontare come per ribadire che quel week end non finisce mai. E anche a Strasburgo, mentre guidi verso casa con musica di tango a tutto volume, all'orizzonte vedi ancora una striscia chiara di luce. E se poi l'indomani non senti la sveglia e arrivi un filo più tardi in ufficio, beh, il sorriso che hai stampato sulla faccia spiega tutto.

3 Comments:

  • At 9:41 AM, Anonymous Anonymous said…

    Così, come li racconti, è sempre un po' come viverli tutti questi bellissimi momenti. Si respira aria serena.
    Un abbraccio

     
  • At 10:35 AM, Anonymous Anonymous said…

    in questo sì si è degni di essere; in vita!

     
  • At 10:47 AM, Blogger lule said…

    ...si ma senza più il fisico che regge....è due mattine che non sento la sveglia!

     

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